Ho imparato che si è figlie per sempre, non importa quanto tu grande sia;
Ho disimparato presto a mettere in ordine la casa come tu mi avevi insegnato e imparato a divertirmi nel disordine;
Ho imparato ad assaporare l'esperienza del mondo e a viverlo con leggerezza, anche se le strade che percorriamo sono dure;
Ho disimparato tutti gli sport che mi hai fatto provare, ma la voglia di sperimentare, l'importanza dell'impegno e della fatica questo no, non l'ho dimenticato;
Ho imparato a coltivare le amicizie, tanto che i miei migliori amici li conosco fin da quando sono bambina;
Ho capito che cosa significa sentirsi protetti, ma che non sempre una rete di protezione può tenere lontano il dolore o la sofferenza;
Sto disimparando a preoccuparmi di tutto, cerco di rconoscere la mia parte di responsabilità e quella degli altri;
Mi hai insegnato a emozionarmi quando ascolto delle storie, così ora mi risulta impossibile raccontarti i successi delle mie amiche senza che tu pianga e che io mi innervosisca per la tua reazione, proprio perché è lo stesso che accade anche a me;
Mi hai mostrato l'importanza di lottare anche quando il mondo sembra andare a rotoli e a farlo sorridendo, perché così sembra tutto più facile;
Sto disimparando la ricerca della perfezione per imparare ad aprezzare e valorizzare l'impegno;
Mi hai insegnato che la sofferenza di una donna non compromette la qualità delle attenzioni rivolte verso gli altri, infatti ti sei sempre presa cura di me come figlia;
Ho disimparato a tenermi tutto dentro e ho imparato a condividere con gli altri i miei problemi;
Ho imparato a sedermi sul tavolo, a colorare per terra e a inventare storie, senza dar troppo peso al si-deve-fare-così;
MI hai inculcato una cultura di sinistra, insegnandomi lo sdegno per il potere e l'arrivismo, e a pensare con la mia testa;
Ho imparato a non fidarmi di chi vende porta a porta o a firmare nei banchetti per strada;
Ho disimparato a stare sempre attenta, perdendomi spesso tra le nuvole;
Ho imparato che "l'aria deteriora i cibi", che bisogna "far prendere aria alle lenzuola" e che "i piatti vanno subito puliti", altrimenti poi si fa più fatica;
Ho disimparato a fare di queste affermazioni un mantra di vita;
Mi hai mostrato che è possibile crescere una figlia da sola senza per questo sentirsi sole;
Ho disimparato a essere sempre forte e indipendente, fidandomi e chiedendo aiuto agli altri;
Ho imparato a guardare il mondo con occhio critico, disimparando a essere critica per principio;
Ho imparato da te tutto ciò che occorre per farmi strada nella vita;
Ora non c'è pù bisogno che tu ti preoccupi di me-figlia, è giunto il momento che tu mi lasci libera di cercare e di diventare me stessa-donna.
Maternità Possibili, 122 storie - Edizioni Scalino
sabato 17 ottobre 2015
lunedì 12 ottobre 2015
Essere madre di adolescenti
Madre cigno con cinque figli adolescenti. Sembrerebbe che le problematiche umane dei figli bambini che “scompaiono” prendendo le distanze dal rapporto con i genitori questa mamma non le abbia! |
L'ospite inquietante - Il nichilismo e i giovani di Umberto Galimberti
giovedì 8 ottobre 2015
mercoledì 30 settembre 2015
lunedì 28 settembre 2015
domenica 6 settembre 2015
Il progetto DI MADRE IN FIGLIA
Con il progetto DI MADRE IN FIGLIA ho scelto di lavorare per le donne. Perché anche se non tutte sono madri, sono comunque tutte figlie e perciò coinvolte in un modo o nell'altro in una relazione che proprio per la sua intensità unica, speciale e non ripetibile, è sovente fonte di conflitti profondi, di ferite che a volte tutta una vita non è sufficiente a guarire.
Con il
progetto DI MADRE IN FIGLIA ho scelto di lavorare per gli uomini.
Perché la complessità a volte incomprensibile del mondo interiore delle loro
compagne può anche avere radici in quell'antico, unico rapporto.
Con il
progetto DI MADRE IN FIGLIA ho scelto di lavorare per tutte le
persone che vivono il disagio del conflitto e del senso di colpa che si celano
comunque nell'amore, anche nel più assoluto.
Infine, con
il progetto DI MADRE IN FIGLIA ho scelto di lavorare per me stessa:
come tutte noi, sono figlia prima che madre e, anche se di mia madre sono
rimaste solo le fotografie, le lacerazioni e le bellezze di quell'amore sono
sempre dentro di me.
http://lifemastery.it/progetti.html
http://lifemastery.it/progetti.html
domenica 2 agosto 2015
COUNSELING IN VIDEOCHAT https://www.networkmamas.it/p/931
3 incontri 1-a-1 in videochat per scoprire che puoi vivere una maternità ancora più tua, libera ed efficace senza dover affrontare costi di tempo ed emotivi di spostamenti in auto o con i mezzi
Massimo Recalcati: lectio magistralis sulla madre
- L'amore materno non è senza ambivalenza
- L'assenza della madre è importante quanto la sua presenza
- Il suo desiderio non può mai esaurire quello della donna
- La sua cura resiste all'incuria assoluta del nostro tempo
- Il suo dono non è aver generato il figlio ma lasciarlo andare
mercoledì 22 luglio 2015
Il mito di Demetra e Core, madre e figlia
Core, figlia di Demetra e Zeus, sta cogliendo dei fiori in un campo. Viene rapita da Ade e portata nel mondo dei morti. Demetra reagisce con un dolore selvaggio, vagabonda sulla terra senza più dare frutti. La sua desolazione fugge la vita, porta alla morte gli umani. Interviene Ermes, su richiesta di Zeus, e in quanto dio della comunicazione scende agli Inferi riportando Core alla madre, Demetra. Il compromesso di Zeus sentenzia che Core dividerà il suo tempo tra Ade e la madre. Un tempo per la perdita, un tempo per il ritorno.
(K.Kerenyi, Gli dei e gli eroi della Grecia)
Nel volume "Di madre in figlia, storia di un'analisi" la psicanalista junghiana Lella Ravasi Bellocchio esplora attraverso il mito di Demetra e Core il rapporto tra madre e figlia, tra femminile e materno. Il mito racconta che nel percorso di una donna c'è una fase di identificazione che si sana soltanto attraverso una separazione, dentro la solitudine e la sofferenza una ricerca di identità, per ritrovare il rapporto con l'altra come "altra da sé".
venerdì 22 maggio 2015
Storia delle filosofe dimenticate
La storia della filosofia occidentale è una lista di nomi di uomini. E le donne? Dimenticate, oscurate: per invidia e per noncuranza
Leggi tutto su
Ritratto di Emilie Du Chatelet |
Storia delle filosofe dimenticate
domenica 26 aprile 2015
venerdì 17 aprile 2015
Alma Mater workshop a Sutri
Workshop condotto da me e da Annalisa Salvatore il 9 maggio dalle 17.30 alle 19.30 a Sutri presso Futuro Anteriore Associazione di promozione sociale Sutri - VT http://lifemastery.it/eventi.html
martedì 14 aprile 2015
martedì 31 marzo 2015
Messaggi genitoriali e vulnerabilità del bambino
Fin dalla
loro nascita, i bambini incamerano dati
e prendono decisioni sostanziali riguardo alla loro esistenza, alla visione del
mondo e ai modelli fondamentali della
personalità.
Il bambino in tenera età è estremamente vulnerabile rispetto ai
messaggi genitoriali, siano questi
verbali o analogici o trasmessi attraverso il modellamento. Per vulnerabilità si intende l’esposizione del bambino all’influenza
genitoriale, e quindi l’effetto che
i messaggi genitoriali producono sulle sue decisioni di vita.
Egli avanza considerando la sicurezza come suo interesse
primario. Di conseguenza, dalla sua
posizione di inferiorità rispetto a quella assai più potente degli adulti,
reagisce con emozioni ai messaggi che riceve e dopo aver cercato di comprendere
nel migliore dei modi per lui possibile la situazione, risponde con delle
decisioni che in quel momento rappresentano la migliore strategia di conservazione
della sua sicurezza, tralasciando per il momento il piacere e la
gratificazione.
Tali decisioni possono essere restrittive della libertà
affettiva ed espressiva del bambino e rappresentare un elemento inibitore del
suo sviluppo creativo.
Tali decisioni, che son state provvidenziali per la
nostra sicurezza nell’infanzia, possono permanere, a livello inconsapevole,
nella nostra vita adulta, costituendo un vero e proprio copione esistenziale.
Ora esploriamo i 5 fattori
che rendono il bambino così vulnerabile nei confronti dei messaggi genitoriali
e la cui interazione ha come risultato un quoziente di vulnerabilità diverso
per ciascun individuo e in rapporto alle diverse età.
mercoledì 25 marzo 2015
MammaCheBlog – Social Family Day è un evento organizzato da FattoreMamma
per le mamme della Rete, una conversazione aperta tra mamme 2.0. Qui
vogliamo facilitare e stimolare l’incontro, lo scambio,
l’approfondimento e il confronto per far crescere insieme idee e servizi
in Rete. Anche nell’edizione 2015 l’evento si svolgerà in due giornate: l’8 e il 9 maggio, presso il Palazzo delle Stelline di Milano: registrazioni online
martedì 24 marzo 2015
Dal film I Cento Passi, di Marco Tullio Giordana
Peppino Impastato dedica una poesia di Pierpaolo Pasolini alla madre.
Luce e ombra della madre
“L’archetipo della Madre
si riferisce a una immagine della figura materna a cui la madre reale viene
assimilata nella psiche individuale. Tale archetipo viene proiettato sulla
madre concreta, attribuendole potenza e fascino. Il prototipo di madre ereditato
dal bambino influenza in maniera determinante l’idea che egli si formerà della
propria madre. L’immagine primordiale della madre si manifesta sotto molte
forme, ad esempio la “vecchia saggia” o la “dea della fecondità”, nel suo lato
positivo, la “strega” o la “madre terribile” in quello negativo. Come tutti gli
archetipi, infatti, la Madre presenta aspetti di luce e di ombra.” (Carl
Gustav Jung)
Nello stereotipo della Madre la possibilità che essa presenti un aspetto di ombra, è piuttosto inaccettabile. Ma in realtà, quasi tutte le madri fanno o hanno fatto esperienza della proprio aspetto di ombra, magari negandoselo, e quasi tutti i figli e le figlie fanno o hanno fatto esperienza della “madre terribile”.
Nello stereotipo della Madre la possibilità che essa presenti un aspetto di ombra, è piuttosto inaccettabile. Ma in realtà, quasi tutte le madri fanno o hanno fatto esperienza della proprio aspetto di ombra, magari negandoselo, e quasi tutti i figli e le figlie fanno o hanno fatto esperienza della “madre terribile”.
Ogni donna deve trovare il suo vento...
Il vento si muove dentro il corpo di una
donna, perché le donne hanno l’utero. Una volta dentro l’utero, il vento ti dice
le cose da fare. Più calma e rilassata sta, la donna, migliori sono i
risultati. Si può dire che d’un tratto la donna si trova a fare cose che non
aveva idea, di come fare.
Esistono quattro tipi di venti associati alle quattro direzioni: la brezza è l’est – il vento freddo è l’ovest – il vento caldo è il sud – il vento duro è il nord – ed i quattro venti hanno anche una loro personalità, infatti la brezza è gaia, agile e mutevole – il vento freddo è cupo, malinconico e pensieroso – il vento caldo felice e spensierato – il vento duro energico, impaziente e imperioso. (…)
Ogni donna deve trovare il suo, ed il modo migliore per scoprirlo è che rimanga in silenzio e senza parlare a se stessa, così sarà il vento a trovare lei; perché apprendono più velocemente se si aggrappano al loro specifico vento, questo è il motivo per cui loro apprendono più facilmente dell’uomo.
Carlos Castaneda, “Il secondo anello del potere”
http://www.carloscastaneda.it/
Esistono quattro tipi di venti associati alle quattro direzioni: la brezza è l’est – il vento freddo è l’ovest – il vento caldo è il sud – il vento duro è il nord – ed i quattro venti hanno anche una loro personalità, infatti la brezza è gaia, agile e mutevole – il vento freddo è cupo, malinconico e pensieroso – il vento caldo felice e spensierato – il vento duro energico, impaziente e imperioso. (…)
Ogni donna deve trovare il suo, ed il modo migliore per scoprirlo è che rimanga in silenzio e senza parlare a se stessa, così sarà il vento a trovare lei; perché apprendono più velocemente se si aggrappano al loro specifico vento, questo è il motivo per cui loro apprendono più facilmente dell’uomo.
Carlos Castaneda, “Il secondo anello del potere”
http://www.carloscastaneda.it/
giovedì 5 marzo 2015
Il blog Alma Mater
Nel
nostro modo di essere madri rievochiamo spesso modelli materni che abbiamo
avuto nella nostra storia di figlie. A volte ci rifacciamo ad essi, a volte ad
essi ci opponiamo. L’influenza
di questi modelli ci segue per molto tempo:
·
quando,
giovani madri, cresciamo il nostro primo figlio
·
quando
crediamo di non riconoscere più in un tormentato adolescente il nostro bambino
o la nostra bambina
·
quando,
donne mature, viviamo il distacco dei nostri figli adulti o riviviamo
una nuova maternità con i nipoti
·
quando
in una relazione di assistenza alla vecchiaia i ruoli di madre e di figlia si
rovesciano
·
e
anche quando ormai della figura materna sono rimaste solo fotografie…
…i
modelli materni ci influenzano. A volte ci rifacciamo ad essi, a volte ad
essi ci opponiamo.
Rifarsi
od opporsi a questi modelli può essere considerata una libera scelta?
Da
quando e come siamo andate tracciando il percorso del nostro essere madri e del
nostro essere figlia?
E
se ci fossero altre strade per la nostra maternità? E perché no, anche
per la nostra filialità?
Questo
blog nasce per dare spazio sia alle donne madri che partecipano agli
incontri di counseling Alma Mater per scambiare sensazioni e chiedere
sostegno o suggerimenti, sia a donne madri che vogliono semplicemente portare
la loro esperienza, i loro vissuti o le loro domande su queste pagine e
confrontarsi con altre donne portatrici di esperienze e vissuti condivisibili.
Noi counselor - Silvia
Guglielmi e Annalisa Salvatore - contribuiremo proponendo stimoli di
discussione, riflessioni, letture, e rispondendo a domande o richieste di
suggerimenti.
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